Ricerche russe che affermano le potenzialità della SHUNGITE

  • 13 Marzo 2023

Proprietà della Shungite - Vent'anni di ricerca russa

La Shungite non è una moda passeggera. Se è vero che la notizia delle sue peculiarità ci arriva con la forza e la rapidità di un lampo, il suo rapporto con l’Uomo risale a centinaia e più di anni fa, come rivelano numerosi siti sacri di epoca neolitica nella regione del lago Onega.

Gli scienziati russi la studiano da tempo, ma la Seconda Guerra Mondiale aveva interrotto le ricerche. Dagli anni ’60 medici e scienziati russi hanno approntato nuovi protocolli di studio per testare l’efficacia delle proprietà della Shungite sulla salute. Bisogna dire che l’impermeabilità del mondo sovietico nei confronti dell’occidente ha consentito alla pietra di sfuggire agli interessi delle grandi multinazionali farmaceutiche.

I Russi hanno potuto approfittare del loro relativo isolamento, per sviluppare la ricerca scientifica con la curiosità del vero ricercatore. In Europa e negli USA, è difficile che studi medici seri e indipendenti cerchino di dimostrare l’efficacia di rimedi naturali, sui quali non sia possibile stabilire un monopolio economico redditizio.

Il primo scienziato a dimostrare che le proprietà peculiari della Shungite sono dovute alla presenza dei fullereni, è stato Grègori Andrievsky all‘Istituto di terapia dell’Accademia delle scienze mediche in Ucraina. Ai suoi studi seguirono quelli condotti dall’equipe di Nina Kolesnikova e i risultati di numerose altre ricerche, condotte da diversi scienziati, furono esposti in occasione di un incontro dedicato alla Shungite svoltosi nel 2006 a Petrozavodsk (capitale della Repubblica russa di Carelia).

LE RICERCHE DI GREGORI ANDRIEVSKY

In primo luogo, questo scienziato ha cercato di identificare il principio attivo, che crea un reale riscontro entusiastico nella gente del luogo per le “acque Marziali” e gli altri prodotti a base di Shungite, quotidianamente utilizzati nei centri termali e nella para farmacologia del nord-est della Russia.

GREGORY ANDRIESKY

Con procedimenti diversi, il professor Andrievsky ha fatto precipitare le diverse soluzioni acquose disponibili, fino ad ottenere una base, denominata “soluzione Andrievsky”, contenente un’alta percentuale di fullereni.

Andrievsky si è però reso conto che i fullereni così ottenuti, non costituiscono un rimedio o un medicamento nel senso classico del termine e che i fullereni provenienti della Shungite, non si potevano classificare in base a un criterio farmacologico. Le sue conclusioni indicano che i fullereni naturali agiscono a livello del sistema, non hanno un’azione terapeutica su una singola malattia, ma si comportano come un adattogeno che opera a livello cellulare, sulla globalità del corpo umano.

E’ dunque importante intendere che, la Shungite e in particolare i fullereni naturali che la costituiscono, non sono una medicina.

Per meglio comprendere gli effetti dei fullereni naturali, dobbiamo in primo luogo ricordare in modo sintetico cosa sono gli antiossidanti.

Gli antiossidanti sono delle sostanze che rallentano il processo di perossidazione e ossidazione dei radicali liberi.

Nelle normali condizioni di vita, i radicali liberi sono relativamente poco numerosi e i loro effetti patologici sulle cellule umane sono in gran parte controbilanciati dall’apporto di antiossidanti proveniente da un’alimentazione bilanciata. Tali antiossidanti provengono dalle vitamine E e C, dal beta – carotene, da altri enzimi contenuti nel tannino ecc.

Una carenza di antiossidanti e/o un eccesso di radicali liberi può provocare la distruzione delle cellule, quindi insulti vascolari cerebrale, malattie neuro – degenerative e tumori.

Un deficit di sostanze antiossidanti si verifica ugualmente nel corso del processo di invecchiamento. Quando il corpo è esposto a fattori particolarmente nocivi quali, ad esempio, radiazioni, si verifica un notevole aumento dei radicali liberi che comporta un indebolimento del sistema corporeo, che per ritrovare il proprio equilibrio necessita di un notevole apporto di antiossidanti.

L’equipe del professor Andrievsky è giunta alla conclusione che, le soluzioni acquose dei fullereni naturali sono da considerarsi tra gli antiossidanti più potenti finora conosciuti. I fullereni naturali non solo hanno la capacità di ridurre la concentrazione dei radicali liberi, come qualunque altro antiossidante, ma la loro azione è più forte e di più lunga durata. Questo, spiegano i ricercatori, perché i fullereni naturali possiedono un meccanismo d’azione differente da quello degli altri antiossidanti.

La molecola di un antiossidante classico si combina, in effetti, con un radicale libero per costituire alla fine una molecola inoffensiva, si tratta di un meccanismo di neutralizzazione.

I fullereni naturali agiscono invece come un catalizzatore. Una molecola di fullerene naturale, grazie alla sua forma a pallone da football, attira i radicali liberi sulla sua superficie.

La contiguità di molti radicali liberi, sul loro supporto di fullerene, determina la loro ricomposizione molecolare, che va a formare un composto neutro. In compenso il fullerene non perde la sua composizione molecolare, ma continua ad attirare nuovi radicali liberi sulla superficie.

Secondo gli studi di Andrievsky, le molecole dei fullereni sono un catalizzatore permanente, capace di determinare la neutralizzazione dei radicali liberi. Tali molecole, anche proposte in dosi modeste, hanno una durata operativa di molti mesi.

Ma le conclusioni di Andrievsky vanno ancora più lontano e identificano alcuni effetti complementari:

  • I fullereni naturali provenienti dalla Shungite: normalizzano il metabolismo cellulare, aumentano l’attività enzimatica, stimolano la capacità rigenerativa tissutale e incrementano la resistenza delle cellule corporee, possiedono una capacità antiflogistica e favoriscono la trasmissione dei neurotrasmettitori.
  • I fullereni naturali hanno parimenti un’azione antitossica, mediante la quale, neutralizzano le tossine che si formano nel corpo umano. In particolare i fullereni attivi nel fegato ne riducono l’intossicazione, favorendo l’eliminazione di tossine presenti in quest’organo.
  • Allo stesso modo vengono eliminate tossine interne prodotte da ustioni e da altri processi necrotici, determinando così un’accelerazione del processo di guarigione, di questo tipo di lesioni.

Queste ricerche hanno inoltre dimostrato che i fullereni hanno effetto benefico in caso di eccessiva esposizione al calore. Quando la temperatura corporea raggiunge determinate soglie di calore (in caso di febbre alta per esempio), le proteine del corpo subiscono delle alterazioni molecolari distruttive.

La presenza dei fullereni naturali nel corpo aumenta in modo significativo la stabilità delle biomolecole, esposte al calore eccessivo. I ricercatori russi hanno ben presto trovato una pratica applicazione di questa peculiarità in campo oncologico.

L’Accademia delle Scienze mediche dell’Ucraina ha condotto dei protocolli di studio su pazienti volontari affetti da tumore già sottoposti a sedute di radioterapia. Durante e dopo il trattamento radioterapico, sono stati sottoposti ad analisi del sangue i pazienti che avevano bevuto acqua di Shungite e un gruppo di controllo. I medici hanno verificato che nei pazienti che assumevano l’acqua di Shungite i valori ematici erano tornati normali nelle due settimane successive alla terapia radiante, mentre erano necessari in media dai tre ai quattro mesi per ritrovare questi stessi valori nei pazienti del gruppo di controllo.

TRATTO DAL LIBRO “SHUNGITE ENERGIA DI VITA” – REGINA MARTINO

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